Mezzavalle non è per tutti. Arrivarci costa fatica, risalire peggio. Il primo sentiero, presso l’ultima area di sosta prima della svolta per Portonovo, è ben custodito e breve, ma con tratti molto ripidi. Il secondo, in prossimità di un grande cancello lungo la strada per Ancona, è più accessibile, ma meno custodito e piuttosto lungo. Però vale la pena.
Mezzavalle è un’oasi di natura che non conosce mezze misure. È per quelli che amano il mare così com’è.
La spiaggia si stringe e distende a seconda delle mareggiate, che portano grossi tronchi levigati dal mare. Viene quotidianamente pulita e guardata dagli addetti del parco e dai suoi stessi frequentatori, i primi a volerla lasciare così. C’è un piccolo bar ristorante in legno, all’ingresso del primo sentiero. È il solo punto d’appoggio e non brilla per deontologia, va detto: i prezzi sono alti e molti habitué della spiaggia preferiscono portarsi il necessario.
Qualche tempo fa i responsabili del Parco del Conero azzardarono l’ipotesi di collegare Mezzavalle a Portonovo: una trasformazione radicale, che avrebbe portato naturalmente anche qui stabilimenti balneari, sia pure discreti come quelli dell’attigua baia, ombrelloni e quant’altro.
La reazione degli amanti di mezzavalle non si fece attendere: migliaia di firme furono raccolte e l’ipotesi cadde nel vuoto. Un’iniziativa popolare impressionante, che rende bene il valore dell’area e l’affetto degli anconetani per questa oasi naturale.