La città si è sviluppata attorno alla grande Basilica che ospita la Santa Casa nella quale si narra avvenne l’annunciazione alla Vergine. Numerosi studi confermano l’appartenenza della Santa Casa alla Terrasanta e si presume che essa sia stata portata qui tra il 1291 ed il 1298 dai crociati, anche se non tutti sono concordi sulle tecniche utilizzate per il trasporto.
Certo, affascinante è la storia dei fedeli, che la vuole trasportata in cielo da due angeli e giustifica il legame tra l’aviazione e la Madonna di Loreto. Gli angeli portarono la Casa in Italia, e precisamente in un bosco presso Recanati; la presenza di numerosi briganti, però, li spinse a cambiare ancora destinazione: la Casa fu dapprima portata nel possedimento degli Antici, che però diedero prova di non meritare tanta grazia e, infine (quarta traslazione) sulla pubblica via di Recanati a mare, dove si trova oggi e dove sorse Loreto, cittadina che prende il nome dai fitti lauri della zona.
Diversa è l’interpretazione di chi vuole la Santa Casa trasportata via mare dai crociati; atto piuttosto consueto nella storia d’Occidente, come testimonia il famoso caso della terra del Santo Sepolcro da parte dei pisani, idea questa corroborata da alcuni ritrovamenti archeologici.
Alla Basilica gotico-rinascimentale lavorarono Bramante e Giuliano da Sangallo , cui si deve la avvolgente cupola, mentre due tra i più grandi pittori del rinascimento italiano, Melozzo da Forlì e Luca Signorelli, affrescarono rispettivamente la Sacrestia di San Marco e quella di San Giovanni, dando entrambi una delle maggiori prove della loro grandezza.
Ad Antonio Sansovino, affiancato da eccezionali collaboratori tra cui Raffaello da Montelupo, toccò rivestire e proteggere la Santa Casa con un’opera che coniuga in maniera esemplare architettura e scultura e rappresenta appieno la concezione artistica rinascimentale delle due arti.