Il turismo congressuale nella provincia di Ancona

 

 


Strutture

  • Morro d’Alba

    Morro d’Alba è tra i più affascinanti borghi della Vallesina: questo per la cinta muraria perfettamente conservata che domina le colline tra Senigallia e Jesi, per i suoi suggestivi sotterranei e per un’attenzione davvero straordinaria da parte degli abitanti nei confronti del proprio paese e della natura che lo circonda.

    Il legame con la terra e il desiderio di una convivenza sostenibile è ben rappresentato dal Parco Chico Mendez, all’interno del quale viene piantato un albero per ogni bambino nato nel paese, con tanto di targa nominale.

    Morro d’Alba deve la sua fama a un vino: la Lacrima di Morro d’Alba, da diversi anni inserito tra i Doc della regione. È un rosso davvero peculiare, che regala al palato sorprendenti scarti di tono. Il suo è un vitigno autoctono, sfruttato già nel medioevo ma oggi noto grazie all’intraprendenza di alcuni produttori che, negli anni Ottanta, ne intuirono le potenzialità.

    Ogni primo fine settimana di Maggio si celebra in paese proprio la festa del vino lacrima, appuntamento che richiama un gran numero di marchigiani e si svolge sia sotto la copertura suggestiva della cinta muraria che nelle piccole e curate piazze del paese.

     
  • Monterado

    Monterado  sorge sulle colline dell’immediato entroterra della cittadina di Senigallia. Il fiume Cesano attraversa campagne, colline e boschi segnando il verde paesaggio dominato dall’alto dal castello.

    Il castello, voluto fortemente dai gesuiti, che ereditarono il controllo dell’area dall’eremo di Fonte Avellana, è opera di Luigi Vanvitelli. Il viceré d’Italia Eugenio Beauharnais nel 1810 ne ricevette l’appannaggio e suo figlio Massimiliano nel 1824 lo trasformò in una residenza principesca. Riscattato dal pontefice in seguito, giunse alla situazione odierna attraverso varie traversie.

     
  • Monte Roberto

    Monte Roberto è un tipico borgo fortificato delle Marche. La cinta muraria risale al XIV secolo ed è stata parzialmente restaurata. Il suo ritmo è scandito dalle quattro torri del paese, tra le quali spicca quella ad ovest che ospita l’ottocentesca Sala del trono.

    Da visitare l’abbazia di Sant’Apollinare, situata nella frazione di Pianello, e la Parrocchiale di San Silvestro, ricostruita sulla originaria struttura quattrocentesca.

    La piccola chiesa di San Carlo, un tempo proprietà della Confraternita del Santissimo Sacramento, risale al XVII secolo ma è stata ricostruita durante l’Ottocento: conserva al suo interno due tele di Antonino Sarti. Dell’Ottocento, di stile neoclassico, è Villa Salvati, che si trova a Pianello.

     

     
  • Monsano

    Monsano è un comune di 3.208 abitanti, a 6 chilometri da Jesi. Il castello medievale, organizzato in maniera perfettamente rettangolare, ne rappresenta il centro storico.

    Al suo interno, si trova la Chiesa del Sacramento, anticamente denominata Santa Maria del Soccorso. Realizzata nel XVI secolo, fu residenza dei frati apostolici, e venne ricostruita dalle fondamenta nel 1701.

    In prossimità del Castello, si trova la Chiesa di San Pietro Apostolo, il cui nucleo ha origini sin dai XII secolo. Al suo interno sono conservati un’interessante pala di Claudio Ridolfi raffigurante una Madonna con Bambino e i SS. Francesco e Stefano, del XVII secolo, e una tela del Valeri.

    Uscendo dal paese,  da vedere la Chiesa di S. Maria degli Aròli, sublime esempio di commistione tra romanico e gotico, e il Santuario di Santa Maria (1471).

     
  • Mergo

    Mergo è un comune di 1.106 abitanti, posto sulla sinistra della media valle dell’Esino dove il torrente Vallemani convoglia le acque superficiali della zona sudorientale; l’area nordoccidentale è invece da considerare appartenente al bacino del Misa. La zona è ampiamente utilizzata dal punto di vista agrario a seminativi e vigneti.

    Mergo è contenuto entro le sue mura medievali e si affaccia sul  corso dell’Esino che, a fondo valle, accoglie le più importanti vie di comunicazione (Linea FS Ancona-Roma e Statale 76) e, pur trovandosi in collina, può godere dei vantaggi della valle a cui è collegato da una nuovissima strada.

     

     
  • Maiolati Spontini

    Famosa per aver dato i natali al grande compositore musicale Gaspare Spontini, Maiolati Spontini domina la riva destra del fiume Esino: dista 15 chilometri da Jesi e 35 da Ancona. Il nome deriva probabilmente da Meliorata, che significherebbe qualcosa di migliore da costruire al posto della villa di Talliano, situata più in basso.

    Il toponimo nel corso dei secoli è stato soggetto a vari mutamenti: una variazione è registrata nella trecentesca Descriptio Marchiae, in cui il luogo è chiamato Magolati. Nel 1939, in segno di riconoscenza verso il grande musicista Gaspare Spontini, si aggiunse il suo nome a quello del comune, che da allora divenne Maiolati Spontini.

    A Maiolati si trova anche un grande parco, il Colle Celeste, dedicato alla moglie dell’artista, Celeste Erard. Ma sicuramente il monumento più degno di nota è l’Abbazia di Santa Maria, sita a Moie, la principale frazione del comune, nella quale risiede la maggior parte della popolazione

     
  • Loreto

    La città si è sviluppata attorno alla grande Basilica che ospita la Santa Casa nella quale si narra avvenne l’annunciazione alla Vergine. Numerosi studi confermano l’appartenenza della Santa Casa alla Terrasanta e si presume che essa sia stata portata qui tra il 1291 ed il 1298 dai crociati, anche se non tutti sono concordi sulle tecniche utilizzate per il trasporto.

    Certo, affascinante è la storia dei fedeli, che la vuole trasportata in cielo da due angeli e giustifica il legame tra l’aviazione e la Madonna di Loreto. Gli angeli portarono  la Casa in Italia, e precisamente in un bosco presso Recanati; la presenza di numerosi briganti, però, li spinse a cambiare ancora destinazione: la Casa fu dapprima portata nel possedimento degli Antici, che però diedero prova di non meritare tanta grazia e, infine (quarta traslazione) sulla pubblica via di Recanati a mare, dove si trova oggi e dove sorse Loreto, cittadina che prende il nome dai fitti lauri della zona.

    Diversa è l’interpretazione di chi vuole la Santa Casa trasportata via mare dai crociati; atto piuttosto consueto nella storia d’Occidente, come testimonia il famoso caso della terra del Santo Sepolcro da parte dei pisani, idea questa corroborata da alcuni ritrovamenti archeologici.

    Alla Basilica gotico-rinascimentale lavorarono Bramante e Giuliano da Sangallo , cui si deve la avvolgente cupola, mentre due tra i più grandi pittori del rinascimento italiano, Melozzo da Forlì e Luca Signorelli, affrescarono rispettivamente la Sacrestia di San Marco e quella di San Giovanni, dando entrambi una delle maggiori prove della loro grandezza.

    Ad Antonio Sansovino, affiancato da eccezionali collaboratori tra cui Raffaello da Montelupo, toccò rivestire e proteggere la Santa Casa con un’opera che coniuga in maniera esemplare architettura e scultura e rappresenta appieno la concezione artistica rinascimentale delle due arti.

     
  • Jesi

    Sulla strada per Palermo, Costanza d’Altavilla si fermò a Jesi per partorire il futuro imperatore Federico II, nel 1194: la città, già comune indipendente, godette a lungo della riconoscenza del figlio, che ne favorì lo sviluppo politico e commerciale.

    Del ricco periodo medievale restano le imponenti mura e le porte trecentesche, che tuttora delimitano l’ingresso alla città vecchia. Questa si sviluppa attraverso un reticolo di strade pedonali, costeggiate da palazzi rinascimentali di gran pregio.

    Il centro di Jesi, arroccato e protetto dalle mura medievali, è ricco di pregevoli edifici, a partire dal Palazzo della Signoria di Francesco di Giorgio Martini e da Palazzo Pianetti, ornato da un bellissimo cancello e che ospita una preziosa pinacoteca, famosa soprattutto per i capolavori di Lorenzo Lotto.

    Oggi, la piazza centrale è quella del teatro: di qui si può partire lungo il corso pedonale e proseguire sino ai bei giardini del Belvedere, o scegliere di perdersi negli stretti e suggestivi vicoli della città vecchia, sino alla antica piazza principale intitolata a Federico II.

    Jesi è anche una vera e propria capitale enogastronomica. Il verdicchio dei suoi castelli è oggi considerato tra i migliori bianchi nazionali, e lo stesso vale per l’olio. La città non offre ristoranti di livello altissimo, ma molti luoghi dove mangiare bene e al giusto prezzo.

    Vedi la scheda completa di Jesi su http://marche.amatori.com

     
  • Genga

    L’antichissimo e leggendario borgo di Genga è tra le Bandiere Arancioni del Touring Club Italiano. Non potrebbe essere altrimenti: oltre che essere al centro di un territorio dalle eccezionali qualità paesaggistiche e a fare da base di partenza per escursioni e attività sportive, Genga vanta un centro storico d’impianto medievale estremamente affascinante, belle testimonianze artistiche e una eccellente ricettività. Anche se sono i dintorni ad offrire le più liete sorprese.

    Poco distante, nel vano d’accesso delle Grotte di Frasassi, si nasconde l’Eremo di santa Maria infra Saxa, un edificio in pietra scavato nella roccia noto sin dall’XI secolo. Qui papa Leone XII, originario di Genga, fece erigere dal grande architetto Valadier un tempietto ottagonale in travertino nel 1828.

    In città, invece, si trova un importante Museo Speleo paleontologico e archeologico che espone, tra l’altro, un “ittiosauro” e il più antico cranio umano rinvenuto nelle Marche e risalente all’8.000 a.C.
    Genga è la base ideale per gli amanti delle escursioni. Non solo le Grotte di Frasassi si trovano a due passi, ma anche una rete di sentieri di grande fascino iniziano da qui o dalla vicina San Vittore, sede di un’omonima abbazia gotica oggi in parte restaurata.

    Ricca e tipicamente marchigiana è la proposta gastronomica della città, nobilitata dall’utilizzo dei funghi e della carne di cinghiale locale.

     
  • Filottrano

    Filottrano è un comune di 9.734 abitanti divenuto famoso per l’omonima battaglia tra truppe tedesche ed alleate. Il paese si è distinto negli ultimi decenni per una diffusa piccola imprenditoria, in particolare nel settore del tessile, e ancora oggi è frequentato in virtù dei numerosi  outlet.

    Da visitare a Filottrano la Chiesa di San Cristoforo, della quale esistono testimonianze del  1187, la Chiesa di San Francesco del XVI secolo, poi rimaneggiata nel XVIII, la Mostra-Museo di cimeli della Seconda Guerra Mondiale, “memorial” della battaglia di Filottrano

    Eccellente e tipica è la proposta enogastronomica, mentre nei dintorni si possono visitare numerosi borghi e frazioni caratteristiche, spesso arricchite da ristoranti genuini.

     
 


 
 

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